Le Origini

Abbiamo precedentemente parlato di Eracle, eroe per eccellenza, noto per le sue gesta, per il suo carattere e per la sua fortuna. Oggi parleremo di un eroe che… beh, dire sfortunato è dir poco… costui era Bellerofonte, detto “il senza colpa”.

Il nome originario di Bellerofonte era Ipponoo, nacque a Corinto dal re Glauco, figlio di Sisifo, e dalla bellissima Eurinome. Il malocchio lo perseguitava da prima che egli nascesse, infatti gli dèi erano ancora arrabbiati per la faccenda di Sisifo, quel tale che aveva ingannato la Morte.

Sisifo e la Morte (il lupo perde il pelo…)

Era capitato così, per caso, come molto spesso accade: Sisifo si trovava nell’Acropoli di Corinto, tutto intento a cercare una soluzione alla tremenda siccità che affliggeva la città, mentre Zeus faceva all’amore con Egina. Avendo visto i due e, incrociato Asopo, il dio fluviale padre della Ninfa, che andava cercando il rapitore di quest’ultima, decise di rivelargli chi avesse rapito la giovane; in cambio Asopo avrebbe donato una fonte di acqua alla città. Il dio fece dono della fonte ed ottenne la risposta che cercava.

Venuto a conoscenza della delazione di Sisifo, Zeus chiese a Ade di ordinare a Thanatos di trascinare il mortale nel Tartaro; tuttavia, quando il Dio della morte giunse a palazzo Sisifo lo fece ubriacare e lo legò come un salame. Con Thanatos imprigionato la morte scomparve dal mondo e Ares, che frattanto non vedeva più i soldati morire sul campo di battaglia e si rodeva il fegato, decise di liberarlo. Così fece e Sisifo venne trascinato nell’oltretomba. Ma la moglie, Merope, aveva ricevuto istruzioni di non seppellire il suo corpo, cosicché egli poté lamentarsene con gli dèi ed ottenere uno o due giorni di permesso per poter imporre i riti funebri ai familiari. Sisifo tornò nel mondo dei vivi e, passati i giorni prestabiliti.… non mantenne la promessa di tornare nell’Ade.

Quando Sisifo morì, Zeus ordinò che fosse costretto a spingere un masso su una collina e che, arrivato alla sommità, questo rotolasse inesorabilmente a valle così che Sisifo fosse costretto a spingerlo nuovamente. Per l’eternità.

Inoltre, Zeus aveva decretato che i suoi figli non avrebbero mai potuto avere dei discendenti, dato che non voleva dei Sisifo 2.0 che corressero su e giù per la Grecia a gabbare la Morte. Nulla fu specificato riguardo ai figli della moglie del re, cosa di cui approfittò prontamente Poseidone, mettendo incinta Eurinome, dando di fatto un erede al buon vecchio Glauco (che tra l’altro pensava fosse suo, ma non diteglielo).

Gioventù e prime (dis)avventure

Crescendo e diventando adulto Ipponoo si fece la reputazione di essere inguaribilmente sbadato; volete degli esempi? Diede accidentalmente fuoco alla casa del padre, allentò per sbaglio una cima che teneva ancorata al porto la nave migliore della flotta reale e, durante una festa, mancò un bersaglio al lancio del coltello, uccidendo un tale di nome Bellero. Quest’ultimo fatto gli rimase appiccicato addosso peggio della gomma da masticare sotto i sandali, tanto che da quel momento lo chiamarono Bellerofonte che significa letteralmente: “Uccisore di Bellero”. Gli appiopparono in seguito anche il soprannome di “Senza colpa”, facendo diventare il suo nome: “L’uccisore di Bellero, il Senza Colpa”. Ora, io non conosco nessuno dei lettori ma credo, e oserei dire spero, che a nessuno farebbe piacere essere chiamati: “Ho Ammazzato Tizio, Però Non L’ho Fatto Apposta!”.

Comunque, in seguito a questa vicenda e all’accidentale fratricidio di Deliade, Bellerofonte lasciò Corinto e si allontanò via terra, anche se la cosa comportava grossi rischi. Giungendo a Tirinto trovò rifugio presso il re Preto e la regina Antea, che subito si innamorò del giovane. Nei successivi sei mesi Bellerofonte si impegnò a pregare e fare rituali per purificarsi ed espiare la colpa dell’uccisione del fratello e di Bellero; frattanto Antea continuava con le sue avance nel tentativo di sedurlo. La goccia che fece traboccare il vaso fu, molto probabilmente, l’ennesimo rifiuto di Bellerofonte di unirsi alla regina, che decise allora che, poiché Bellerofonte non la ricambiava, l’avrebbe lasciato andare e avrebbe mostrato maggior cura per il povero marito di una quindicina d’anni più vecchio… No, non fu esattamente così, dato che chiese a Preto di mandare Bellerofonte dal re di Licia suo padre, Iobate, con una lettera di presentazione in cui chiedeva al paparino il semplicissimo piacere di ammazzare il giovane non appena fosse giunto al suo cospetto. Bellerofonte, inconsapevole di ciò che era scritto nella lettera, partì appena possibile per la Licia e, giunto da Iobate, gliela consegnò.

Bellerofonte in Licia

Il regno di Licia in quel momento non se la passava proprio benissimo. C’erano le Amazzoni che stavano cercando di esportare la società matriarcale, una Chimera che devastava i campi dei contadini e sbudellava i soldati del regno, i Solimi, simpaticissimi vicini, che stavano tentando un’invasione su larga scala e si erano alleati con le Amazzoni e anche un bel gruppetto di briganti che facevano la festa ai mercanti che passavano di lì.

In questa bellissima atmosfera Iobate si ritrovò con un’altra patata bollente tra le mani: Bellerofonte. Decise che, per prendere due piccioni con una fava, avrebbe mandato il giovane eroe ad uccidere la Chimera, così che sicuramente almeno un problema si sarebbe risolto.

Bellerofonte vs Chimera (Si accettano scommesse)

Ma cos’era questa fantomatica Chimera? Beh, immaginatevi una bestiaccia con la testa di leone, la coda che termina con la testa di un serpente velenoso e una testa di capra in mezzo al corpo che sputa fuoco. Divertente, vero?

Bellerofonte prima di partire, su consiglio di Poliido, andò presso la fonte Pirene e domò Pegaso, il cavallo alato. In groppa a Pegaso, una volta avvistata la Chimera, Bellerofonte dall’alto la riempì di frecce e le ficcò un pezzo di piombo fuso in gola usando la propria lancia come stecchino.

Contro gli invasori e nozze con Filonoe

Tornato di fronte al re, gli venne affidato il compito di eliminare gli invasori: le temutissime Amazzoni e i Solimi. Notoriamente andare contro le Amazzoni sarebbe stata una pessima idea; tuttavia, Bellerofonte escogitò un metodo per eliminarle da una distanza di sicurezza: un bombardamento a tappeto con grosse pietre da una notevole altitudine sempre a cavallo di Pegaso. Per quanto riguarda i Solimi Bellerofonte semplicemente si lanciò in mezzo al campo nemico e continuò a farli a pezzi finché non gli venne offerta la pace.

Giunto nuovamente vincitore, Bellerofonte entrò trionfalmente nella sala del trono, dichiarando la propria vittoria e la firma del trattato di pace con le Amazzoni e i Solimi. Iobate comprese che l’eroe era in realtà innocente, gli offrì di sposare la figlia Filonoe, che si era già innamorata del giovane, e di diventare suo erede come re di Licia. Il nostro eroe accettò le offerte del re e venne organizzato un grande banchetto per festeggiare il nuovo erede al trono, le vittorie contro i nemici e le nozze della figlia del re.

Morte di Bellerofonte

Incredibile, vero? Un mito greco che ha un lieto fine… Se questo fosse il caso potrei dire che è così, in realtà Bellerofonte fece esattamente ciò che fecero quasi tutti gli eroi greci: un’enorme idiozia.

Erano passati molti anni dalle sue imprese, il nostro eroe era diventato vecchio e la moglie quanto i cittadini non ne potevano più di sentire sempre le solite storie della Chimera, delle Amazzoni e dei Solimi. Bellerofonte decise allora che era il momento di compiere un’ultima, grande impresa: salire sull’Olimpo. Chiamò Pegaso, montò in sella e si avviò verso la residenza degli dèi.

Appena vide un piccolo puntino avvicinarsi, Zeus scagliò una folgore che centrò in pieno Bellerofonte, che cadde da cavallo e precipitò al suolo. Ed è così che morì l’eroe Bellerofonte, il Senza Colpa.

Vi auguro una buona giornata e spero di potervi raccontare nuovi miti quanto prima possibile. E Ricordate: non siete semidei, non potete giocare a palla con la Chimera e non dovete nemmeno pensare di poter raggiungere l’Olimpo, quella è una no fly zone.

Giorgio Corsetti