Credevate che per giocare di ruolo servisse solo tanta fantasia e volontà? E invece no! I più spietati dicono che servono anche grandi quantità di sostanze stupefacenti, ma io non lo consiglio a chi ha appena cominciato. Per i nuovi arrivati, vediamo qual è “l’attrezzatura base” per giocare.

Manuali

I manuali servono sempre. Vanno consultati spesso: per vedere le regole speciali, gli effetti degli incantesimi, il costo degli oggetti e tanto altro. Prima di iniziare una campagna o una one-shot, si deve sempre scegliere un sistema di gioco (o manuale, nel parlato comune) che detti le regole. Il più amato, il più conosciuto, il più scelto, il più tutto è Dungeons & Dragons, abbreviato a D&D. Un altro carino è 7th Sea, un manuale a tema cappa e spada di stile piratesco. Esiste anche Pathfinder, ma non ci ho mai giocato e, a quanto ne so, è abbastanza complicato. Se siete masochisti potete creare voi il vostro (cioè un manuale homebrew), ma vi consiglio di farlo solo se molto esperti e se avete tanta, ma tanta voglia; ho visto persone uscirne rovinate e irrimediabilmente cambiate (sì parlo di te Fabry, smettila di scrivere tre manuali al mese). Ci possono essere molti libri per ogni gioco di ruolo – vedi D&D quanti ne ha pubblicati – ma l’importante è avere il manuale base.

Scheda personaggio

Come si chiama il tuo personaggio? Lo sai da dove viene? È capace di mentire? Sa parlare l’elfico? Quanti soldi ha con sé? Queste domande possono essere poste dal master, dagli altri giocatori o da voi stessi (perché siete stupidi e vi dimenticate le vostre informazioni). Per vostra fortuna esiste la scheda del personaggio: in un semplice foglio di carta è scritto tutto quello che bisogna sapere, come caratteristiche, abilità, privilegi, attacchi… Ogni manuale ha una scheda diversa e un modo di compilarla differente, ma la sua importanza non cambia. Se la perdete o la dimenticate, gli altri giocatori hanno il diritto di insultarvi.

Dadi

I giochi di ruolo non sono solo interpretazione, c’è anche una componente di casualità. Troppo semplice uccidere il drago dicendo “lo infilzo con la spada”: tira i dadi per vedere se colpisci o fai cilecca, poi tira di nuovo per vedere quanto male gli infliggi. Non è così facile, eh? Il master può sempre chiedere di lanciare i dadi per prove simili, quindi avere con sé un set di dadi è indispensabile. In gergo, per evitare di dire ogni volta “dado a tot facce” per distinguerli, si pronuncia la lettera d prima del numero di facce. Ad esempio, in D&D il master può chiedervi di “tirare un d20”, in 7th Sea invece potreste “lanciare cinque d10”. Ogni set è composto da sette dadi da 4, 6, 8, 10, 20 e 100 facce (quest’ultimo in realtà ne ha sempre 10, ma sono numeri con le decine). Se volete procurarvi il vostro primo set vi consiglio di prenderne uno semplice in plastica, questa tipologia costa tra i 10 e i 15 euro. Se invece ne volete uno più bello, potete prenderlo in resina, ma questi sono più costosi, dai 20 ai 30 euro, se non di più. Se volete maneggiare delle armi improprie e prendere dei dadi in metallo, costano dai 25 ai 40 euro (o anche 60). Attenzione: il possesso di set di dadi può causare dipendenza. 

Amici

Davvero volete giocare di ruolo da soli? Per quello ci sono i videogiochi. Per  giocare dal vivo dovete essere in compagnia e avere il vostro party. Qual è il numero giusto di giocatori per una campagna? Dipende: senza contare il master, servono minimo tre persone per una campagna interessante (penso si possa fare anche con due giocatori e un master, ma a un certo punto credo si trasformi in terapia di coppia). Il massimo tecnicamente non c’è, è il master che decide quante persone vuole nel party e riesce a gestire; un mio amico, ad esempio, preferisce tenere party da massimo cinque player. Oltre quel numero, infatti, l’esperienza di gioco non è il top. Se siete nuovi a questo mondo, tenetevi vicini degli amici stretti; se siete più esperti (e socievoli), provate a giocare con persone nuove. È anche una buona idea avere un gruppo Whatsapp/Discord per tenersi tutti in contatto, programmare sessioni e mandare meme sulla campagna.

Luogo

Affinché la sessione possa effettivamente svolgersi, il party dev’essere riunito. Dove? Questo sono i giocatori a deciderlo: di solito ci si vede a casa di qualcuno. L’importante è che ci sia un tavolo spazioso e sedie sufficienti per tutti. Il proprietario della casa è tenuto a fornire indirizzo e indicazioni per raggiungerla. Oltre a concordare il luogo, il party deve anche decidere data e ora del ritrovo (per questo esistono i gruppi Whatsapp). Mi raccomando, non arrivate in ritardo, altrimenti il master vi mangia la scheda. E se non è possibile incontrarsi fisicamente? Videochiamata tattica: potete usare Whatsapp, Google Meet, Skype, Discord, quello che ritenete migliore.

Cancelleria

Ciò che c’è scritto sulla scheda personaggio non è inciso nella pietra: le informazioni possono variare, e dovete essere pronti a modificarle. Ad ogni sessione portatevi l’astuccio ben rifornito, e magari anche un quadernetto o un block notes. Ai più artistici possono tornare utili per illustrare personaggi e scene, ma servono per un compito più importante, che tutti devono assumersi, cioè prendere appunti. Perché tra due sessioni il master ti chiederà qual è il nome del fabbro che ti ha incantato la spada e se non lo sai… Sei messo male.

Cibo

Il giocatore di GdR medio di solito consuma patatine, popcorn e altri snack nel corso della sessione. Per mantenere questa dieta bilanciata, ogni giocatore dovrebbe contribuire portando qualcosa da mangiare per il party. Non è obbligatorio, ma un gesto di gentilezza verso gli altri. E in caso si può corrompere il master con il cibo e ottenere qualche grazia. Un’altra cosa da considerare nel programmare le sessioni è l’opzione pranzo/cena: consumare un pasto insieme è un ottimo modo per staccare dalla campagna prima di proseguire o per concludere l’incontro e discutere delle (dis)avventure giocate.

Una volta che avete tutto alla mano, siete pronti e la campagna può avere inizio. Buon gioco!

Monica “Toso” Tosoni