Si celebra quest’oggi, 25 novembre, la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne; un problema che affligge la nostra società, derivato da una mentalità arcaica purtroppo ancor oggi profondamente radicata.

I dati

È stato da poco pubblicato il report della Direzione centrale della Polizia Criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, nonché quello del ministero dell’Interno sul primo bilancio sul Codice Rosso, la legge entrata in vigore nel 2019 per affrontare il problema.

Dall’agosto del 2019 al 30 settembre 2022 sono stati emanati 6.499 provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e di divieto di avvicinamento, e nel periodo del 2022 si è registrato un aumento del 12% rispetto al 2021.

Nel 2022 i femminicidi sono stati 95, di cui 48 per mano del partner, mentre le violenze sessuali 4.416, +9% rispetto all’anno scorso. Le richieste di soccorsi nel primo trimestre di quest’anno sono state 7.814, in diminuzione del 2%; il 61,4% delle vittime hanno dichiarato di subire violenza da parecchi anni.

La piramide della violenza

Ancora oggi ci sono troppe situazioni e aspetti della nostra quotidianità che celano atteggiamenti sessisti, pregiudizi di superiorità che in alcuni casi sfociano pian piano nella violenza psicologica e talvolta purtroppo in quella fisica. Dobbiamo tutti fare qualcosa per cambiare questa mentalità che, secolo dopo secolo, si è sedimentata, per rovesciare i luoghi comuni che costringono le donne ad interpretare il ruolo che noi maschi abbiamo disegnato per renderle perfette ai nostri occhi e a nostro uso

Centri antiviolenza

Esistono ormai da più di 30 anni strutture private, gestite spesso da volontarie che offrono assistenza e supporto alle donne vittime di violenza, strutture chiamate Centri Antiviolenza.

In questi luoghi le donne possono trovare una liberazione dalle gabbie mortali costruite per loro dai mariti o dai compagni; possono contattare queste strutture per ricevere aiuto telefonico, supporto legale, qualora volessero la separazione, assistenza psicologica ed economica. Le donne sono assolutamente libere di scegliere ciò che vogliono fare e fino a dove si vogliono spingere e per coloro che si sentono in pericolo e hanno necessità di allontanarsi subito dall’ambiente familiare la maggior parte dei centri antiviolenza offre le case rifugio, abitazioni ad indirizzo segreto dove le donne possono vivere con tranquillità ed iniziare una nuova vita, libere dai loro persecutori.

I centri svolgono anche molteplici iniziate di sensibilizzazione riguardo questo argomento e ricevono finanziamenti da parte dello Stato, in particolare dal Dipartimento delle Pari Opportunità.

Sguardo speranzoso

Per quanto il problema sembri sempre e costantemente in crescita e le soluzioni trovate negli ultimi anni poco incisive, abbiamo la necessità di guardare con speranza e determinazione ai prossimi anni. L’unico modo per incidere veramente è proseguire ed intensificare il percorso di educazione della popolazione e dei giovani, attraverso l’organizzazione di iniziative da parte dello Stato e delle scuole; abbiamo bisogno di una campagna di informazione incisiva che plasmi giorno dopo giorno la mentalità delle nuove generazioni, che scardini i pregiudizi popolari sul ruolo della donna e che promuova il rispetto di genere. Cambiare si può, ci vuole tempo e una grande forza di volontà: noi ci siamo, speriamo di non essere soli, perché solo insieme riusciremo a scalare la montagna fino alla vetta!

Nicola Santacatterina