La Tragedia

Il 26 Novembre si è verificata a Ischia l’ennesima tragedia nel nostro Paese: all’alba, una frana staccatasi dal monte Epomeo, causata dalla copiosa e incessante pioggia, ha travolto il comune di Casamicciola Terme, causando undici vittime e cinque feriti (questi gli ultimi dati della protezione civile). Duecentotrenta persone sono state immediatamente costrette ad abbandonare le proprie abitazioni e, nei giorni successivi, per una nuova ondata di maltempo il numero è salito a circa un migliaio.

In occasione della giornata mondiale del suolo, il WWF italiano ha ricordato che nel nostro Paese dal 2019 ogni giorno la media di terreno perso a causa del cemento ammonta a 19 ettari, che corrispondono a circa 25 campi da calcio. Si calcola che siano stati persi negli ultimi dieci anni 360 milioni di metri cubi di acqua piovana, a causa della eccessiva e scorretta cementificazione. Attualmente il 16% del nostro territorio è a rischio di dissesto idrogeologico e 6 milioni di persone ne sono interessate.

Questi dati ci dicono quanto il nostro Paese sia bellissimo, meraviglioso, ma al tempo stesso fragile, insidiato dai cambiamenti ambientali e dalla incapacità della classe dirigente di risolvere problemi strutturali che mettono in discussione le potenzialità dell’Italia.

Accuse e Repliche

A questo riguardo, hanno molto stupito i dibattiti a livello politico riguardo l’articolo 25 del cosiddetto decreto Genova, una legge approvata nel 2018 dal governo Conte I (sostenuto da Lega e Movimento 5 Stelle). Segue uno stralcio dell’articolo ufficiale:

“Art. 25     Definizione delle procedure di condono

1. Al fine di dare attuazione alle disposizioni i Comuni di cui all’art. 17, comma 1, (3 comuni di Ischia) definiscono le istanze di condono relative agli immobili distrutti o danneggiati dal sisma del 21 agosto 2017, […] Per la definizione delle istanze di cui al presente articolo, trovano esclusiva applicazione le disposizioni di cui ai Capi IV e V della legge 28 febbraio 1985, n. 47.

2. I comuni di cui all’art. 17, comma 1, provvedono, anche mediante l’indizione di apposite conferenze di servizi, ad assicurare la conclusione dei procedimenti volti all’esame delle predette istanze di condono, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto. […]”

Cerchiamo di fare chiarezza: nel 2017 una scossa di magnitudo 4.0 colpì l’isola causando due morti e una serie di danni strutturali alle abitazioni dell’isola.

Il testo stabilisce che 3 Comuni dell’isola avrebbero dovuto prendere in esame le richieste di condono edilizio entro 6 mesi, sulla base delle direttive sul condono fatto nel 1985, a firma dell’allora Presidente del Consiglio Bettino Craxi. Giuseppe Conte ha dichiarato di non aver fatto alcun condono; le critiche che però gli vengono mosse da vari partiti politici nonché da Legambiente sottolineano come l’art. 25 abbia di fatto permesso di giudicare le richieste inevase fino ad allora con criteri molto permissivi, permettendo di fatto la ricostruzione con soldi pubblici di edifici in aree a rischio sismico e idrogeologico. In parole povere, il governo Conte non fra fatto un nuovo condono ma ha permesso a tutti i richiedenti di usufruirne basandosi su uno precedente.

A Ischia su 60.000 abitazioni ci sono state 27.000 richieste di condono, e a Casamicciola su 8000 abitazioni le richieste sono state 3.506.

Definizione

Un condono edilizio, permette di non incorrere in sanzioni e conseguenze legali nel caso in cui una abitazione o una parte di essa siano costruite o ristrutturate in violazione delle norme edilizie.

Situazione all’Italiana

Un ulteriore paradosso riguarda l’amministrazione comunale, perché, come spiegato dall’ex ministro dell’Ambiente Sergio Costa, quando ci sono ordini di demolizione il Comune può richiedere alla Cassa di depositi e prestiti i fondi necessari per la demolizione (fondi che vengono successivamente riscossi dagli esecutori degli abusi); ed è qui che, o per ragioni di ricerca di consenso o per incapienza, il meccanismo si inceppa. Guardando alle statistiche su circa 10.000 ordinanze di demolizione a Ischia solo il 2% è stato messo in atto.

Crea notevoli problematiche anche il fatto che i comuni di Ischia abbiano sei piani regolatori diversi, cioè sei strumenti urbanistici che regolano l’attività edilizia del territorio; in questo modo i controlli diventano difficoltosi e le norme spesso labili.

Quando i comuni devono autorizzare la costruzione di nuove abitazioni devono consultare il piano di assetto idrogeologico, che indica il rischio di frane e allagamenti sul territorio. Il piano per l’isola di Ischia risale al lontano 2002, con alcune modifiche fatte nel 2010, e inserisce la zona colpita dalla frana al livello minimo di pericolo.

Una grave responsabilità nella tragedia quindi per il ministero dell’Ambiente, che coordina tutti i distretti territoriali incaricati di aggiornare i piani di assetto.

Commento

È veramente scandaloso che in questo Paese si emanino leggi in continuazione ma non vengano mai attuate; che chi dovrebbe farsi carico di assicurare la legalità e la sicurezza ai propri cittadini venga invece ostacolato, rimanga impantanato nei meandri della burocrazia o peggio della negligenza.

Tutto questo deve farci riflettere e agire, per cambiare al più presto un sistema vecchio e stagnante, un sistema che ha deluso e che causa la morte di quegli stessi cittadini che avrebbe il compito di difendere.

Nicola Santacatterina