Questo breve romanzo, di poco più di 100 pagine, è il capolavoro di Dazai Osamu, uno degli scrittori giapponesi più famosi in assoluto. Pubblicato per la prima volta nel 1948, in questo libro Dazai narra la propria vita descrivendola attraverso uno specchio: infatti nel prologo parla della necessità di raccontare la storia dell’affascinante Oba Yozo, ovvero il suo alter ego, partendo da tre fotografie dello stesso scattate una in gioventù, una durante l’università e l’ultima in età adulta; queste rappresentano le tre diverse parti in cui è suddiviso il libro. Purtroppo, questa storia molto intensa non è una lettura facile a livello emotivo, nonostante possa dire che sia tra i miei libri preferiti: come infatti ci suggerisce il titolo, la cui traduzione letterale è “non più umano”, la vita dell’autore è pervasa da un senso di non appartenenza e di alienazione dal resto degli esseri umani, al punto da esserne quasi spaventato. Le difficoltà di Yozo si presentano subito nell’infanzia, insieme ai suoi stratagemmi e alle sue farse per tentare di nascondere quest’inadeguatezza, cosa che sfocerà in problemi di alcol ed economici più avanti, fino ad arrivare al tentato suicidio. C’è un susseguirsi continuo di eventi positivi e negativi, anche se il protagonista sembra rimanere intrappolato nella sua routine di cattive abitudini e brutti pensieri. Questo libro tratta di temi molto forti, probabilmente di difficile comprensione ai più, ma con un’espressione linguistica davvero stupenda che tiene incollati alle pagine. Personalmente lo consiglio a chiunque interessi l’introspezione e il vedere dentro la mente di persone diverse da noi (o forse anche simili), o a chi cerca una lettura un po’ insolita, breve ma che lasci il segno. Il libro è stato tradotto in italiano con il titolo “lo squalificato”, tuttavia suggerisco di leggerlo in inglese se ne aveste la possibilità, perché personalmente ne ho apprezzato maggiormente la lettura. 

Isabella Bistoletti